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Qual è la miglior dieta per uno sportivo?


L’insieme dei disturbi metabolici nella popolazione è in grande aumento negli ultimi anni, tanto da costituire il maggior problema sanitario del XXI secolo, sono la principale causa di malattie cardiovascolari e la prima causa di morte a livello mondiale. 

I disturbi metabolici sono così correlati tra loro e si presentano così spesso assieme tanto da aver dato origine ad una sindrome relativamente nuova chiamata Sindrome Metabolica. 

Parlare di una sindrome è più corretto che vedere i singoli disturbi separatamente, infatti la causa e la cura sono tutte strettamente correlate e interdipendenti. 

Inoltre recenti studi dimostrano che presentare più fattori assieme conferisce un rischio cardiovascolare aumentato, mentre la correzione di questi fattori riduce il rischio relativo ma non lo annulla, mantenendolo intorno all’1.5.

Oggi sono tantissimi e differenti tra loro i campanelli d’allarme che stanno ad identificare vari ed eventuali disturbi metabolici, quando anche nelle persone prive di problematiche più pesanti del metabolismo (alle quali comunque è possibile giungere anche attraverso uno stile di vita scorretto, specialmente basato su di una non congrua alimentazione), possiamo anche per queste scorgere disturbi di scorretta assimilazione dei nutrienti, come ad esempio: nel caso di un colon irritabile, di un tratto intestinale cieco da ripristinare o di una diverticolite.

Sono tutti problemi strettamente legati all’assimilazione che possono col tempo, se sommati ad altri, portare ad una vera e propria complicazione generale del metabolismo.

Definizione e diffusione della sindrome metabolica

Un altro studio fatto negli Stati Uniti nel 2005 ha rivisto i criteri diagnostici, proponendo come metodo per identificare la patologia la presenza nello stesso paziente di due dei seguenti sintomi:

  • Glicemia a digiuno: oltre 100 mg/dl;
  • Ipertensione arteriosa: oltre i 130/85 mmHg o terapia ipotensiva,
  • Ipertrigliceridemia: oltre i 150 mg/dl;
  • Ridotto colesterolo HDL: 40 mg/dl nei maschi, 50 mg/dl nelle femmine o terapia ipolipemizzante,
  • circonferenza vita oltre i 102 cm nei maschi, 88 cm nelle femmine.
  • In Italia interessa circa il 25% degli uomini e addirittura il 27% delle donne. 

Sono dei numeri altissimi, che equivalgono a circa un quarto della popolazione (14 milioni di persone), l’interessa per questa sindrome è legato al fatto che predispone in modo serio alle malattie cardiovascolari (infarti, angine, stenosi arteriose, ictus) con alta incidenza di mortalità infatti rappresenta la prima causa di morte in Italia e in tutti i paesi civilizzati.

Patogenesi della sindrome metabolica

La causa a livello molecolare è da attribuire alla resistenza insulinica, che provoca iper-insulinemia e iperglicemia. 

In questo modo le cellule sono meno sensibili al segnale dell’insulina per cui la glicemia tende a rimanere alta nel sangue e provocare diabete e uno stato infiammatorio subclinico a livello vascolare responsabile delle patologie conseguenti.

L’insulino Resistenza è legata allo stato delle membrane cellulari che a loro volta dipendono dallo stato e dalla presenza degli acidi grassi polinsaturi, specie dagli omega 3.

Causa della sindrome metabolica

La causa principale della sindrome metabolica è da ricercare nell’alimentazione, i cibi moderni sono prevalentemente di tipo industriale e sono eccessivamente ricchi di carboidrati, zuccheri e grassi anche negli alimenti più insospettati. 

Infatti, c’è zucchero nelle patatine fritte, nel sugo di pomodoro, nei piselli in scatola, sulle fette biscottate, nei corn-flakes e in tantissimi altri. 

I processi industriali di raffinazione e di soffiatura dei cereali, la precottura portano a cibi con indice glicemico molto vicino a quello del glucosio. 

Inoltre, la grande disponibilità di cibo pronto a tutte le ore e in tutti i luoghi, la pubblicità martellante conduce ad eccessi nell’assunzione dei cibi. 

A ciò si aggiunge che la carenza di fibre e la ricchezza di zucchero porta a veloci picchi di insulina che si traduce poi in ipoglicemia che stimolano la fame e richiedono altri alimenti. 

Poi entra in gioco anche lo stress, fenomeno molto comune al tempo d’oggi, lo stress a livello surrenale causa ipersecrezione di cortisolo che frena la secrezione di insulina e predispone all’insulino-resistenza.


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